Penpal di Dathan Auerbach - Giovanna Pia Di Natale

Penpal di Dathan Auerbach - Giovanna Pia Di Natale

 


Cari lettori,
qualche mese fa ho letto "Penpal" di Dathan Auerbach, un libro horror troppo sottovalutato e poco conosciuto.
L'autore aveva prima pubblicato la creepypasta su un subreddit dedicato a storie horror e, successivamente, notando che aveva ottenuto un discreto successo, ha deciso di trasformarla in un libro vero e proprio, autopubblicandolo.
Il protagonista, per la maggior parte della storia, è un bambino introverso che esplora il bosco vicino a casa sua insieme al suo migliore amico, Josh. I due sono sempre insieme, il loro legame si rafforza ancora di più quando il protagonista si trasferisce in una casa più lontana da quella dell'amico.
All'inizio della storia sembra tutto tranquillo, finché non arriva il giorno del progetto scolastico organizzato dall'asilo. Quest'ultimo consiste nell'attaccare un biglietto ad un palloncino, per poi lasciarlo volare via, con la speranza che qualcuno lo trovi e risponda diventando il cosiddetto "Amico di penna".
Dopo un po' di tempo, il protagonista riceve una risposta dopo l'altra, ma sono tutte foto sfocate che sembrano non avere né importanza né significato, quindi il bambino smette di prestarci attenzione.
Un giorno, frugando nel cassetto, ritrova tutte le foto e decide di ispezionarle con più attenzione, proprio così si accorge di essere in ognuna di esse.
In questo libro ho amato tutto dei personaggi, dal modo in cui agiscono alla loro personalità, anche se entrambe le cose citate cambiano drasticamente dall'inizio alla fine.
Un personaggio che è completamente cambiato è Josh, da bambino ribelle e vivace quale era, è diventato un ragazzino cupo e silenzioso. Probabilmente le parti in cui si descrive il cambiamento di questo personaggio sono quelle che preferisco di più.
Parlando di parti preferite, un'altra da citare assolutamente è quella nella quale si racconta la storia della signora Maggie, una donna anziana affetta da Alzheimer. Questa parte è di sicuro quella più tragica di tutto il libro, che ti fa sentire una forte connessione con lei, al punto da farti venire gli occhi lucidi.
"Ci chiamava sempre con nomi diversi dai nostri, Josh diventava Jonh e io diventavo Andrew". Queste parole dimostrano come l'autore parla della malattia in modo indiretto, senza dire esplicitamente la sua condizione, ma accennandola.
Questo modo di scrivere si presenta anche in altre situazioni e questa è probabilmente la cosa che ho amato di più del libro, la maniera indiretta con la quale si parla di certe tematiche serie, come lo stalking, altra tematica presente nel romanzo.
Leggere questo libro mi ha fatto provare tante emozioni diverse, come felicità, angoscia e ansia, ma quella dominante è stata la tristezza, perché l'autore ti fa provare un'empatia tale con i personaggi al punto che vorresti essere con loro ogni volta che gli succede qualcosa di brutto, come quando il protagonista si perde in un bosco nella parte iniziale. 
Questa scena mi ha ricordato l'inizio di un altro libro, "L'amico immaginario", nel quale il protagonista si perde in un bosco.
Spero di avervi incuriosito parlando di questo bellissimo libro. È una lettura che vi consiglio assolutamente, soprattutto se siete amanti del genere o se, più semplicemente, volete leggere qualcosa di diverso dal solito.

Tanti saluti, Giovanna Pia. 

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